La mente innamorata
- Eleonora Bontempi
- 31 ott 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 19 set 2024
Cosa succede al nostro cervello quando siamo innamorati?

Un cervello più attivo
"Io sento il cuore a mille"
(Calcutta)
"E scusa se non parlo abbastanza ma ho la scuola di danza nello stomaco"
(Coez)
Non hanno torto i cantautori: questo immenso sentimento che chiamiamo amore lo sentiamo intensamente nel corpo, soprattutto nelle prime fasi di conoscenza.
Where is the Love?
Secondo gli studi sono diverse le aree cerebrali che aumentano la loro attività nelle varie fasi dell'innamoramento.
Come sottolineato dalla neuroscienziata Stephanie Cacioppo, infatti, si può dire che, "da un punto di vista neuroscientifico, l'amore fiorisce nel cervello".
In particolare, nella prima fase di innamoramento si accendono:
- area tegmentale ventrale, associata alla sensazione di appagamento dei bisogni fondamentali e naturalmente attivata da cibo e attività sessuale;
- circuito dopaminergico, associato alla sensazione di piacere e ricompensa.
Se da un lato avviene un aumento dei livelli di dopamina, dall'altro, si assiste ad un abbassamento dei livelli di serotonina. Questo neurotrasmettitore è fondamentale nella regolazione dell'appetito e nel controllo dei pensieri intrusivi. Infatti, bassi livelli di serotonina sono comuni nei disturbi d'ansia. Secondo i ricercatori, questo aspetto spiegherebbe il pensiero ripetitivo che si può sviluppare nelle prime fasi dell'innamoramento, quando ci si può soffermare per ore e giorni su piccoli dettagli, come i messaggi, verbali e non, dell'amato/a.
Successivamente, superata la fase di eccitamento per il nuovo amore, si assiste ad una maggiore attivazione di altre aree:
- gangli basali, coinvolti nel promuovere l'attaccamento verso l'altro;
- giro angolare, associato alle funzioni di linguaggio complesse, ai neuroni specchio e all'anticipazione delle azioni del partner.
Le persone altamente sensibili in love
C'è poi chi ha una propensione a "sentire" le relazioni, a maggior ragione se sono intime come quelle d'amore. E' il caso delle persone altamente sensibili (PAS), le quali hanno un tratto di personalità innato che rende il loro sistema nervoso iper-reattivo agli stimoli interni ed esterni anche più sottili.
Esse impiegano più parti del cervello nei processi di elaborazione profondi, sono più responsive alle emozioni - piacevoli e spiacevoli - degli altri, così come al loro aiuto in caso di bisogno.
Data la maggiore attivazione delle aree cerebrali responsabili della risposta emotiva (insula e giro cingolato), si può ben capire come mai le persone altamente sensibili tendano ad innamorarsi più intensamente, notando ogni sfumatura - positiva e negativa - dell’altro, immaginando scenari futuri idilliaci e "sentendo" al massimo volume tutte le emozioni coinvolte.
Tuttavia, le PAS sono anche più spesso inclini ad amori non corrisposti. Infatti, sebbene consciamente desiderino innamorarsi, inconsciamente sono spesso impaurite dall'intimità e dall'avvicinamento dei confini personali che ne deriverebbe. Per questo, un amore impossibile risulta, a volte, una soluzione perfetta.
In conclusione
Nonostante l'immaginario comune porti a pensare alla relazione amorosa come ad una connessione fuori dall'ordinario, gli studi evidenziano come i suoi correlati neurali si radichino nelle parti più primitive del cervello, quelle che rispondono a bisogni primari.
L'amore romantico pare essere quindi il motore per soddisfare un'esigenza di base dell'essere umano.
Per approfondimenti
Acevedo, B.P., Aron, E.N., Aron, A., Sangster, M.D., Collins, N., & Brown, L.L.(2014). The highly sensitive brain: an fMRI study of sensory processing sensitivity and response to others' emotions. Brain and behavior,4(4),580-594.
Cacioppo S. (2023) Wired for Love: A Neuroscientist's Journey Through Romance, Loss and the Essence of Human Connection. Robinson.
Elaine N. Aron (2014), The Highly Sensitive Person in Love: Understanding and Managing Relationships When the World Overwhelms You, Harmony/Rodale.
Ortigue S, Bianchi-Demicheli F, Patel N, Frum C, Lewis JW. (2010) Neuroimaging of love: fMRI meta-analysis evidence toward new perspectives in sexual medicine. Journal of Sex Medicine. Nov;7(11):3541-52. doi: 10.1111/j.1743-6109.2010.01999.x.
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