Ad ognuno la propria sensibilità
- Eleonora Bontempi
- 27 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 19 set 2024
La ricerca evidenzia l'esistenza di diversi livelli di sensibilità, che, come fiori di varie specie, necessitano di cure differenti.

Illustrazione di Federica Bordoni
Negli ultimi decenni le ricerche hanno avanzato l'ipotesi secondo cui le persone più reattive agli stimoli siano più sensibili non solo agli effetti negativi di esperienze avverse, ma anche ai benefici di esperienze positive. Tuttavia, tali teorie hanno presupposto una netta distinzione tra bassa sensibilità (largamente diffusa) e alta sensibilità (legata ad una minoranza della popolazione).
La metafora orchidea-tarassaco
Tale concezione dicotomica è stata resa metaforicamente con l'immagine floreale dell'orchidea e del tarassaco (il comune dente di leone).
L'orchidea rappresenta la persona con un'alta reattività agli stimoli, che ha bisogno di un ambiente particolarmente favorevole per crescere e avverte più facilmente le condizioni avverse.
Il tarassaco, come la persona con una bassa reattività all'ambiente, può crescere in qualsiasi condizione in quanto estremamente resiliente.
La ricerca
Una recente ed interessante ricerca dal titolo "Dandelions, tulips and orchids: evidence for the existence of low-sensitive, medium- sensitive and high-sensitive individuals" di Lionetti e colleghi (2018) ha evidenziato l'esistenza di tre gruppi di popolazione associati a diversi livelli di sensibilità. I partecipanti allo studio - studenti universitari di psicologia - hanno compilato due questionari: uno per l'alta sensibilità e uno sui tratti di personalità. Dopo attente analisi, si è evidenziato un terzo gruppo di sensibilità, oltre ai due conosciuti (orchidea e tarassaco). Si tratta di persone che hanno livelli medi di sensibilità e che, tornando in metafora, sono rappresentate dal tulipano.
Gli Autori hanno inoltre approfondito i tratti di personalità dei tre gruppi, riscontrando che:
le "orchidee" mostrano alti livelli di nevroticismo, bassa estroversione, e maggiore suscettibilità all'induzione di umore positivo;
i "tulipani" hanno livelli intermedi di nevroticismo, estroversione e reattività emotiva, situandosi tra orchidee e tarassaco;
i "denti di leone" reagiscono con un'intensità minore alle situazioni emotigene, presentano maggiori livelli di estroversione e più bassi livelli di nevroticismo.
Naturalmente, come ogni ricerca, anche questo lavoro non è esente da limiti e necessita di ulteriori studi per poter validare tali risultati. Risulta, in ogni caso, un primo importante passo per approfondire un tratto poco conosciuto che influisce sul rapporto tra persona e ambiente.
In conclusione
Ogni persona è sensibile a suo modo, ognuno ha bisogno di cure differenti per poter crescere al meglio.
C'è chi ha bisogno di più spazio personale, chi deve trovare un equilibrio tra momenti individuali e sociali e chi non tollera star da solo; chi sente profondamente qualsiasi esperienza viva e chi la percepisce emotivamente a livelli medi o bassi.
Chiunque incontriamo è un universo con peculiari forme, rispettiamole.
Riferimenti bibliografici
Boyce, W. T. & Ellis, B. J. (2005) Biological sensitivity to context: I. An evolutionary- developmental theory of the origins and functions of stress reactivity. Dev. Psychopathol. 17, 271–301.
Lionetti, F., Aron, A., Aron, E. N., Burns, G. L., Jagiellowicz, J., & Pluess, M. (2018). Dandelions, tulips and orchids: Evidence for the existence of low-sensitive, medium-sensitive and high-sensitive individuals. Translational psychiatry, 8(1), 1-11.
Comments