Elogio dell'Errore
- Eleonora Bontempi
- 22 ago 2022
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 19 set 2024
Che significato diamo all’errore? Quante volte facciamo errori? E come li viviamo?

Immagine da Pinterest
Etimologia
La parola errore deriva dal latino error-oris, che a sua volta è un derivato del verbo errare, cioè vagare, sbagliare.
Una questione di percorso...
Spesso carichiamo gli errori di un significato negativo, di colpa, di fallimento del processo di apprendimento. Ne consegue un'emozione tanto spiacevole quanto diffusa già dagli anni della formazione scolastica: la paura, il terrore di sbagliare. Si interiorizza così il pensiero per cui l'errore sia qualcosa di atipico, che esce dalla traiettoria di apprendimento, quando in realtà è parte stessa dell'intelligere.
Fare un errore significa fuorviare, uscire dalla via che si stava percorrendo, il che non significa che non si arriverà alla meta, ma solo che ci si metterà più tempo.
Gli errori ci danno l’opportunità di capire meglio la mappa, conoscendo anche i sentieri che non avevamo pianificato di intraprendere e guardandoci intorno al fine di non errare la volta successiva.
... e di apprendimento
"Sbagliando s'impara". Sì, perchè si acquisisce maggiore conoscenza e consapevolezza di ciò che richiedeva la situazione e di ciò che non abbiamo messo in campo per affrontarla. Dà l'opportunità di mettere in discussione le nostre strategie e, magari, di cercarne delle nuove e più efficaci per quel compito.
In conclusione
Potrebbe essere utile pensare ad una nuova veste dell'errore, che da colpa diventi chiave di accesso alla comprensione del percorso - di qualsiasi natura: cognitiva, emotiva, sociale, professionale - della persona.
Per approfondimenti
Lucangeli D. (2020). Cinque lezioni leggere sull'emozione di apprendere. Edizioni Erickson.
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