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Empatia

  • Immagine del redattore: Eleonora Bontempi
    Eleonora Bontempi
  • 20 giu 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 19 set 2024

Il termine non è sconosciuto, anzi è oramai estremamente diffuso, nonostante la sua comprensione non sia sempre corretta.

Immagine da Pinterest

Dal greco ἐν «in» e -patia, cioè sentire dentro, l’empatia consiste nella capacità di comprendere gli stati e la situazione emotiva in cui si trova l’altro da sé, cambiando la propria prospettiva e assumendo quella altrui.

Significa quindi credere che l’altro possa provare sentimenti diversi dai propri di fronte ad una stessa situazione.





Le abilità necessarie per empatizzare

Empatizzare con una persona richiede diverse competenze:

  • assunzione della prospettiva dell'altro,

  • riconoscimento delle emozioni nell'altro,

  • fiducia nell’emozione dell'altro, cioè credere che stia davvero provando quell'emozione,

  • comprensione autentica e capacità di non farsi sopraffare dalle emozioni altrui in prima persona, poichè, in quest’ultimo caso, si tratterebbe di contagio emotivo,

  • astensione dal giudizio sulle emozioni e reazioni dell'altro ("ma te la prendi per così poco!").

Per entrare in empatia è necessario entrare in contatto con le nostre esperienze che hanno attivato gli stessi sentimenti. Per questo, secondo la ricercatrice americana Brenè Brown l'empatia è una scelta vulnerabile, perchè di fronte a sentimenti spiacevoli - e quindi difficili - dell'altro, è più facile e meno doloroso cercare di proporre una visione più luminosa e positiva della situazione ("sì ma guarda che bella famiglia che hai!") piuttosto che stare su quei sentimenti.


Clip di empatia

Un chiaro esempio di empatia e rispecchiamento emotivo delle emozioni dell'altro lo si trova nel film d'animazione prodotto da Pixar e Walt Disney, Inside Out, che narra il mondo emotivo di una bimba di nome Riley attraverso le emozioni primarie che sono al centro di controllo nella sua mente.

Nella clip, quando Bing Bong si vede portare via il suo razzo prova una profonda tristezza, perchè significa che Riley ha rinunciato al ricordo dell'amico immaginario. Interviene quindi Gioia, che tenta di rendere la situazione più positiva, sottolineando che si può rimediare, e cercando di spostare l'attenzione di Bing Bong ("c'è qualcuno che soffre il solletico..."; "uh ecco un gioco divertente..."). Inutile dire che tutti i tentativi di Gioia sono vani. E' allora che arriva Tristezza, che si siede accanto all'amico immaginario di Riley, riconosce, comprende e gli comunica le emozioni che sta provando, aiutandolo a stare su quelle sensazioni e a trovare uno spazio - quello relazionale tra i due personaggi - in cui vederle riflesse e validate.


... E noi? Quante volte ci capita di non riuscire a stare sulle emozioni della persona che ce le affida? E se tentassimo la via dell'empatia?

Per approfondimenti



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© 2022, Eleonora Bontempi/ Wix.com

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