L'inversione di ruolo: "Mi prendo cura di te"
- Eleonora Bontempi
- 11 mag 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 19 set 2024
Cosa succede quando è il bambino o la bambina a prendersi cura dell'adulto?

L'inversione di ruolo è stata studiata a partire dalla fine del secolo scorso come modello comportamentale in cui genitore e bambino non assumono i tipici ruoli di sviluppo che sarebbero loro destinati. Il risultato vede il bambino o la bambina farsi carico delle esigenze emotive e/o strumentali (faccende domestiche, cura dei fratelli) dell'adulto di riferimento.
Perchè succede?
Secondo la prospettiva evoluzionistica, che indaga i comportamenti umani sulla base della loro utilità nel favorire la sopravvivenza della specie, la confusione di ruoli si verifica in concomitanza ad una tensione tra i bisogni personali dell'adulto e quelli del bambino. Quando i primi sono così elevati da saturare tutte le risorse - cognitive ed emotive - del genitore, questi può trovare soluzione nel richiedere al bambino di soddisfare alcune delle sue esigenze.
Secondo la teoria dell'attaccamento, elaborata alla fine degli anni '60 da Bowlby e ampliata dai suoi colleghi successivamente, la confusione di ruoli nella diade genitore-bambino si verifica quando si ha una distorsione dell'attaccamento. Ne è esemplificativo l'attaccamento disorganizzato, uno stile di relazione in cui il bambino ricerca conforto e sicurezza in un adulto che non ha le competenze per rispondervi adeguatamente. Il genitore, infatti, si sente impotente nel provvedere alle richieste del bambino a causa di esperienze traumatiche precoci. Il bambino impara a stare in un conflitto insolubile tra ricerca di vicinanza e allontanamento dal caregiver, modalità, questa, che con elevate probabilità tenderà a replicare anche al di fuori del contesto domestico, nelle relazioni sociali. Ne può conseguire, quindi, una rappresentazione degli Altri come bisognosi di cure, e del Sè come immeritevole di attenzioni. In poche parole: un enorme peso da portare lungo il percorso di vita.
Secondo la teoria dei sistemi familiari, l'inversione di ruoli tra genitori e figli può avvenire per ristabilire una sicurezza incrinata da dinamiche interne. Ad esempio, quando sussistono conflitti irrisolti tra i genitori, i figli possono percepire tali situazioni come minacciose del loro benessere, e, per ristabilire il senso di sicurezza, possono intervenire per fermare i conflitti, confondendo, appunto, i ruoli.
L'effetto sullo sviluppo dei bambini
Sebbene sia facilmente comprensibile che questo modello comportamentale possa costituire un fattore stressante per il bambino, e, conseguentemente, deviare le traiettorie di sviluppo tipico, alcuni autori (Macfie et al., 2021) hanno suggerito un'ipotesi più calibrata. La confusione di ruoli potrebbe avere un impatto positivo sullo sviluppo dei bambini nella misura in cui le richieste a loro fatte non eccedono le loro capacità, cioè quando sono appropriate al livello di sviluppo. Inoltre, secondo gli studi degli stessi autori, vi è una differenza significativa tra confusione di ruoli strumentale ed emotiva. Sembra che gli effetti negativi sullo sviluppo siano riscontrabili in persone che, da bambine, hanno dovuto prendersi cura emotivamente dei genitori, piuttosto che dal punto di vista strumentale (cura di casa, cura dei fratelli).
In conclusione
Ad oggi, non ci sono dati a sufficienza per poter capire a fondo tutti i fattori che concorrono alla confusione di ruoli nelle dinamiche familiari. Quello che è certo è che i bambini hanno il diritto di essere il centro delle cure genitoriali e della loro protezione. I genitori, d'altra parte, hanno diritto a ricevere aiuto da altri adulti qualora non abbiano le risorse per farsi carico di un'altra vita, oltre la loro.
Per approfondire:
Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, UNICEF (1989) https://www.unicef.it/convenzione-diritti-infanzia/
Macfie, J., Brumariu, L. E., & Lyons-Ruth, K. (2015). Parent–child role-confusion: A critical review of an emerging concept. Developmental Review, 36, 34-57.
Main, M., & Hesse, E. (1990). Parents’ unresolved traumatic experiences are related to infant disorganized attachment status: Is frightened and/or frightening parental behavior the linking mechanism? In M. T. Greenberg, D. Cicchetti, & E. M. Cummings (Eds.), Attachment in the preschool years: Theory, research, and intervention (pp. 161–182). Chicago: University of Chicago Press.
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